Continua la nostra informazione della pandemia nel mondo attraverso le notizie che ci mandano i nostri missionari. Tommaso Lombardi ed Elaine Elamid ci scrivono da MANAUS (BRASILE – AMAZZONIA) dove la situazione è molto grave e loro sono impegnati, come sempre, non solo a proteggere i loro bambini nella loro comunità di accoglienza del progetto “O Pequeno Nazareno”, ma anche mettendosi a servizio dei più poveri, di coloro che vivono sotto i ponti, distribuendo cibo … con tutte le precauzioni del caso …. e continuando a sognare di arrivare anche là dove nessuno arriva, nelle comunità e nei villaggi lungo il fiume.
Breve messaggio del 22 Aprile, giornata mondiale della terra:
Ciao, come state? Noi qui anche con molta paura, ma la maggior parte della nostra equipe continua nelle attività. Mando alcune foto per condividere questo momento…
Anche ALOE, grazie al pulmino Komby, donatoci qualche anno fa, è presente in questo momento difficile, in cui cerchiamo di stare vicino alle famiglie dei bambini e aiutare le persone adulte che vivono in strada.
La casa di accoglienza continua normale … é la casa dei ragazzi.
Ma anche qui in Amazzonia, in particolare a Manaus, la situazione è gravissima, complicata dal nostro presidente che fa sistematicamente disinformazione…
Lettera del 30 Aprile: un punto sulla situazione e una occasione per continuare a sognare
Cari Amici di Aloe, spero che stiate tutti bene, in questo periodo.
Qui in Manaus la situazione sembra più complessa di quello che dicono i numeri, a causa delle orientazioni di sicurezza del nostro governo, molte persone minimizzano i rischi, la percezione qui è molto intensa, quasi tutti conoscono amici o parenti che sono stati internati in ospedale o morti.
Questo ci fa stare con grande paura, come vi avevo scritto mandandovi alcune foto, ma le nostre attività continuano, adattandoci a questa realtà; oggi già i due corsi che abbiamo, con circa 200 alunni ognuno, stanno funzionando con aula a distanza; stiamo creando anche un canale di YouTube per condividere alcune attività.
Il progetto Gente Grande Interiori, che prevedeva creare in tre comuni dell´interno dell´Amazzonia (150 alunni in ogni comune), si è fermato completamente; per farvi capire le difficoltà, ci sono 1.136 km in linea retta da Manaus fino ad Atalaia del Nord, municipio dove abbiamo giá fatto tutta la formazione dei professori e dei tecnici, e dove continueremo ad andare ogni due mesi, per accompagnare il progetto. In questo periodo vogliamo usare l´equipe per fare il corso dentro il “carcere”, con i minori di 18 anni qui in Manaus, in modo che quando terminano il periodo della pena, possano essere incentivati al reinserimento e potergli proporre un lavoro come giovani apprendisti.
Vi ho condiviso questo ultimo progetto, per farvi avere la sensazione giusta di questa nostra realtà; e per rendere piú difficili le cose, per raggiungere i villaggi lungo il fiume, non ci sono strade, quindi o si và in barca o in aereo. C´é una musica di un cantante locale che dice: “…Amazzonia morena, le tue acque sacre, sono belle strade, sono racconti di fata, o mio dolce fiume…”
Un nuovo sogno, anzi antico: il sogno della barca
Dall’anno scorso con l´arrivo dei due giornalisti di Fermo, si è aperto un nuovo (antico ) sogno, quello della barca. Con le attività della nostra prima associazione “Ler para crescer” (leggere per crescere) avevamo già iniziato ad usare la barca, e realmente ci aveva fatto capire la distanza, soprattutto di opportunità che le comunità lungo i fiumi non hanno; in questi ultimi anni, la nostra sensibilità si è concentrata soprattutto sullo sfruttamento del lavoro infantile; da questo è nato il progetto Gente Grande, e dell’abuso sessuale dei bambini/e, questo un problema molto diffuso in Brasile e ancora di più qui in Amazzonia, dicono “quasi culturale”, penso che se si potessero vedere numeri statistici sarebbe spaventoso. Una notizia che stavo leggendo in questo momento è che il Brasile è 4 nel mondo per matrimoni infantili.
La nostra idea per l´uso della barca và in questa direzione; continuando un filo che unisce le nostre azioni qui in Amazzonia, poter creare questo progetto che porta nelle comunità lungo i fiumi, “corsi” o riunioni con le varie fascie di etá per sensibilizare. Noi crediamo che è possibile cambiare, o contribuire a creare nuove riflessioni su quello che è “culturale”, perché forse quello che si dice come culturale è mancanza di opportunità, mancaza di riflessione, mancanza di una visione più ampia… Sognamo, con questa speranza di poter tentar fare qualcosa per queste comunitá.
In questi anni, io ed Elaine ci siamo stupiti piú volte di quello che, sognato con semplicitá, siamo riusciti a fare nella pratica. E’ un cammino un pó pesante per noi. Sempre avevamo sognato di poter condividere questo con altre persone nella pratica quotidiana. Oggi abbiamo tanti collaboratori che ci aiutano, è vero; ma forse le persone con cui condividiamo il sogno iniziale, che cammina nel tempo, che matura giorno dopo giorno, sono un pó piú distanti geograficamente. Voi sicuramente fate parte di questo nostro cammino. […]
Volevo dirvi ancora una volta grazie per la fiducia. Questa vostra vicinanza è molto profondo per mè. Abbiamo condiviso poco di questo sogno della barca sino ad ora; ma credo che abbia un grande potenziale per essere un bel progetto; in linea con l´idea di stare nelle “periferie” Questa idea di andare nelle comunitá del fiume, infatti, ci avvicina alle periferie delle periferie, dove arrivano pochi.
Un caro abbraccio a tutti,
Tommaso e Elaine