La Tanzania di Ilenia/4
Ilenia Giampaoli, la volontaria che sta facendo il Servizio Civile in Tanzania presso un progetto di Chiama l’Africa Onlus di Fano, continua a farci partecipi della sua esperienza africana. Pubblichiamo questo nuovo articolo sulla stagione delle piogge. Ilenia ha ormai trascorso sei mesi in Tanzania e alla fine di questa settimana rientrerà temporaneamente in Italia. SABATO 27 FEBBRAIO 2016, sarà con noi a Fermo, presso la Casa delle associazioni, in Via del Bastione, 3, per raccontarci dal vivo questa sua esperienza. L’incontro, a partire dalle ore 17.00, è aperto al pubblico e tutti sono invitati a partecipare.
In Tanzania la stagione delle piogge va da novembre a maggio. Una stagione molto lunga, nella quale per giorni e giorni piove o comunque non esce il sole; per noi forse un po’ noiosa e malinconica, ma per i tanzaniani è la stagione della vita.
Tutto è verde, nei fiumi che prima erano soltanto strade di terra come tutte le altre, ora scorre un’acqua color fango, ma questo non ferma i ragazzi che si tuffano ugualmente.
Le strade di terra polverose si trasformano in strade scivolose di fango, scavate dalla pioggia che crea piccoli ruscelli e le rende ancora più accidentate con “pozzanghere” che sembrano piccoli laghetti.
In questa stagione si piantano tutte le sementi, il mais, i fagioli, le zucche e le patate sono i più comuni, viene coltivato anche il più piccolo angolo di terra, tutto diventa verde e rigoglioso.
Le donne cantando lavorano nei campi mentre i bambini giocano nel fango, e i più grandi aiutano le mamme. A scuola viene insegnato ai bambini come coltivare, per la strada infatti capita spesso che si vedono questi bambini con la divisa della scuola tornare a casa con la zappa in spalla.
Parlando con i tanzaniani, per loro la stagione delle piogge significa cibo. Non si spreca niente tutto è buono da mangiare, le foglie delle piante dei fagioli o di zucca diventano un perfetto contorno da mangiare con l’ugali, la polenta.
In questa stagione vengono fuori anche tanti insetti, per loro proteine. Una mattina appena arrivata al centro ritrovo le operatrici tutte felici che raccoglievano da terra questi insetti con delle lunghe ali, ne avevano raccolti due grandi cesti e poi via a cuocerli. Tolte le ali, li hanno passati nell’olio e ne hanno mangiati a manciate.
Quando arriva la pioggia, alla prima goccia che scende, le donne si affrettano a mettere dei secchi ai lati dei tetti per raccogliere l’acqua che scivola giù dalle lamiere. Durante questa stagione spesso non c’è luce e non arriva l’acqua nelle case, poter raccogliere l’acqua piovana evita alle donne di fare chilometri su chilometri con secchi d’acqua in testa, come già fanno durante la stagione secca, poiché la fonte d’acqua non sempre è nel villaggio.
La loro vita è semplice e ripetitiva, scandita dal ritmo delle stagioni, con la zappa sotto il sole o sotto la pioggia, che lavorano per sopravvivere.
Ilenia Giampaoli