Padre Mario Bartolini sotto attacco: grave fatto di violenza contro i missionari a Barranquita, in Perù


L’estate che sta finendo sarà ricordata per i grandi e distruttivi incendi, probabilmente dolosi, che tocca la foresta amazzonica brasiliana, ma non solo, dove continua il processo di deforestazione per far posto a pascoli e piantagioni. Aloe segue da anni la storia di padre Mario Bartolini, che nella foresta amazzonica peruviana sta portando avanti, ormai da decenni, la sua lotta esattamente contro la deforestazione ad opera delle multinazionali e a difesa delle comunità indigene e campesine che con la foresta hanno da sempre realizzato u rapporto di profondo rispetto e salvaguardia. Padre Mario porta avanti la sua lotta a rischio della sua vita, essendo stato più volte minacciato di morte e negli anni 2010-2012 messo sotto processo come sobillatore del popolo proprio per questo suo impegno per la difesa dell’ambiente e dei diritti delle popolazioni locali.

 Lunedì 19 agosto, un nuovo fatto di violenza contro i missionari ha scosso la comunità di Barranquita,  dove padre Mario Bartolini esercita la sua missione. Ce lo racconta suor Lucero,la principale collaboratrice di padre Mario e responsabile della Pastorale della terra di Yurimaguas, la diocesi dove si trova la missione.

“Due assalitori sono entrati nell’ufficio di padre Mario puntandogli una pistola alla testa e chiedendo tutto il denaro che aveva. P. Mario ha cercato di difendersi, gridando aiuto e quando il suo confratello padre Fernando è accorso ha trovato P. Mario a terra imbavagliato e i due rapinatori che rovistavano. Lo stesso P. Fernando è stato colpito con il calcio della pistola in testa e legato mani e piedi. I rapinatori oltre al poco denaro presente, hanno portato via il computer, il cellulare e i tutti i documenti della parrocchia, lasciando i missionari a terra legati e feriti. Quando usciti i rapinatori, P. Fernando è riuscito a liberarsi e a chiedere aiuto e l’intera comunità è andata a vederli. Il fatto è stato subito denunciato alla polizia che ha rilevato le impronte digitali sul posto. I missionari si sono recati dal medico per un controllo. Avevano polsi e caviglie molto gonfi, dolori alla testa e alle costole per i colpi e i calci ricevuti. Dopo qualche giorno sono tornati e hanno subito celebrato una Messa con cuore riconoscente per essersi salvati. C’è stato un bambino che è venuto in chiesa solo per vedere P. Mario perché diceva che gli faceva male il cuore per quello che aveva saputo. Si è mostrato subito felice non appena ha potuto vedere e salutare p. Mario. Sono gesti teneri che il Signore ci dà.”

Fin qui il racconto di hermana Lucero. E’ risultato subito evidente che l’attacco non aveva di mira il denaro, ma i documenti della parrocchia, dove ovviamente si conservano fra l’altro nomi e recapiti dei collaboratori del missionario. Uno dei due non era neanche un peruviano, ma un colombiano. Si tratta di un grave fatto di intimidazione contro padre Mario e la sua comunità. Padre Mario qualche giorno dopo, non appena la salute glielo ha permesso è intervenuto alla radio non solo per raccontare il grave fatto di violenza di cui è stato fatto oggetto,ma anche per mettere in guardia i suoi collaboratori e la comunità stessa, visto che i rapinatori hanno mirato più che al denaro, ai documenti riguardante la comunità stessa.

Pubblichiamo qui di seguito il discorso che padre Mario ha tenuto alla radio “La voz del Cainarachi”, del quale offriamo una nostra traduzione per chi non conosce lo spagnolo

Discorso di padre Mario alla Radio “La voz del Cainarachi” sul fatto di violenza subito

Buon pomeriggio a tutti voi cari ascoltatori di questo social media, “La voz del Cainarachi”, la radio che è al servizio della verità, della promozione etica morale e intellettuale dei suoi ascoltatori, al servizio della difesa dei diritti della nostra gente, delle sue terre e foreste e al servizio della difesa dei diritti della nostra madre terra. Un saluto speciale a tutti voi.

Tutti sono consapevoli di ciò che è accaduto a me e Padre Fernando il 19 agosto alle 3:15 pm

Prima di tutto voglio ringraziare il Signore, la Vergine Maria e mia madre per il fatto che sono vivo, per continuare a combattere e denunciare le strutture del peccato di ingiustizia e violenza che vengono imposte a Barranquita

Sono consapevole che la mia vita è in pericolo e questo non da ora ma da anni ed è in pericolo a causa dei valori che ho cercato di vivere, per i valori che ho proclamato e difeso come l’amore della verità, cercare la verità senza alcun pregiudizio di alcun tipo aderendo alla verità, la giustizia, la solidarietà, la collaborazione e il rispetto verso la dignità e i diritti delle persone e rispetto per la madre natura e il diritto che ogni essere umano deve vivere in un ambiente sano, bere acqua pulita e incontaminata e lavorare una terra incontaminata,

I valori che proclamiamo e difendiamo costituiscono un pericolo per gli altri. Ecco perché, attraverso false notizie, vengono create situazioni di violenza che possono persino portare all’omicidio di persone innocenti

Con l’aiuto del Signore, il mio insegnante e la protezione della Vergine Maria e di mia madre, vado avanti a fare ciò che devo fare fino al momento in cui il proprietario della vigna mi dirà di fermarmi

In secondo luogo un sincero ringraziamento a tutti i fratelli e le sorelle, bambini e bambine che, sapendo cosa ci era successo, hanno solidarizzato con noi, ci hanno supportato, ci hanno sostenuto con la loro presenza, con la loro amicizia e con tutto ciò che era alla loro portata.

Grazie a tutti e a ciascuno di voi, grazie di tutto cuore e che il Signore – che ha detto non perderà la sua ricompensa chi darà un bicchiere d’acqua ad un assetato in mio nome – penso che il Signore non si risparmierà in generosità

Verso coloro che si sono rallegrati per quello che ci è successo, per i diffusori di bugie e non da adesso, bugie come ad esempio “il prete prende la difesa delle foreste perché vuole appropriarsene, ha preso la difesa delle terre perché vuole appropriarsene” sono false notizie così come le ultime bugie che hanno proposto qua e là quale “il prete riceve molti soldi di diverse ONG che il sacerdote userebbe per i propri interessi” sono false notizie, ma diffuse da coloro che vedono in noi un pericolo per i propri meschini interessi.

A questi signori dico semplicemente che un giorno dovranno rispondere di questi fatti davanti a Dio.

Credo in Dio per il danno che stanno facendo e per il clima di violenza che stanno incoraggiando.

Mi hanno detto – non so se è vero oppure no – che c’era una radio chiedeva con insistenza quante migliaia di soldi erano stati prelevati dalla casa del prete: sono quelli che promuovono questa violenza, sono quelli che promuovono questa falsa notizia.

A tutti dico come fratello maggiore: mettiti al servizio della verità per costruire una società più giusta, una società più fraterna, una società più solidale. Mettiti al servizio della verità perché con la bugia non costruisci un futuro di pace ma solo un futuro di violenza

Caro ascoltatore, gli assalitori erano due, ero minacciato e con la richiesta di “Dammi i soldi”, ma sembra che uno di loro non fosse peruviano, dal modo in cui parlava era colombiano

Ci siamo difesi fino a dove abbiamo potuto

Devo ringraziare Padre Fernando di tutto cuore che ha ascoltato il mio grido di aiuto ed anche esposto la sua vita per salvare la mia vita.

E’ riuscito a prendere la pistola a uno di questi aggressori ma l’altro gli ha detto “Posa la pistola o altrimenti uccido tuo fratello” e il padre ha deposto la pistola e gli aggressori lo hanno legato e colpito come avevano fatto con me, lo hanno colpito con il calcio del revolver.

Grazie Padre Fernando. Grazie con tutto il cuore.

Ci hanno legati e ci hanno chiusi all’interno dell’ufficio, sono entrati in casa e hanno fatto quello che hanno voluto.
Quello che hanno portato via: computer, cellulare, modem, una radio, il mio orologio e alcuni soldi che erano sul mio tavolo, soldi che venivano usati per la necessità della settimana. Questo hanno portato via, ma attira anche la mia attenzione che alcuni documenti sono stati rubati dal mio ufficio.
Tra i documenti c’è un elenco del vicariato apostolico di Yurimaguas che è un agenda in cui sono registrati i nomi con indirizzo, cellulare ed e-mail di tutti i sacerdoti e di tutti i missionari e missionari che lavorano all’interno del vicariato apostolico di Yurimaguas, di tutto il personale amministrativo del Vicariato Apostolico di Yurimaguas, così come tutti i rapporti degli ultimi incontri che abbiamo avuto con gli animatori della parrocchia di San Rafael de Barranquita.

In questi rapporti anche alcuni animatori avevano messo il loro cellulare e altri dati.

Quindi la domanda è: perché hanno rubato questi documenti? Che cosa intendono farne?

Cari ascoltatori e soprattutto animatori della nostra comunità della parrocchia di San Rafael Barranquita, potrebbe essere che uno degli scopi per cui questi documenti sono stati rubati è quello di estorcere le persone, di minacciarle, di intimidirle.

Per questo motivo vi invito caldamente a cambiare il numero di cellulare.

Agli animatori che hanno consegnato il numero di telefono cellulare: cambiatelo! per evitare situazioni spiacevoli, perché questi signori sono capaci di tutto

Quindi cari ascoltatori questa è la mia raccomandazione: tutti gli animatori che in questi incontri abbiamo consegnato il nome del cellulare lo cambino per evitare situazioni spiacevoli perché questi signori sono in grado di tutto.

La domanda: hanno agito per proprio conto o sono stati inviati a agire in questo modo?

Cari ascoltatori, ho fatto la denuncia, ma penso che non verrà fuori niente.

Ma a fronte di questa situazione è necessario che la comunità si organizzi. Alcuni pensano “Fino a quando non è il mio turno, capita solo al sacerdote, non mi importa!” come se non fossi parte di questa comunità… ma mi considerassero come vogliono…ma so che il pericolo non è solo per me, ma anche per te, ecco perché prima di lavarti le mani e dire che fino a quando capita al sacerdote non siamo interessati, pensa che può succedere a te, quindi è necessario che la comunità venga difesa perché questi assalti non diventino normali qui a Barranquita, e perché ci si sappia organizzare.

Un popolo disorganizzato è un popolo che le autorità mette nelle mani dei criminali.

Questo è ciò che volevo dirti in questo incontro con te attraverso questa radio.

Un sincero ringraziamento a tutti i fratelli e sorelle che ci hanno supportato e che ci hanno condiviso nella nostra preoccupazione, grazie e che abbiamo una storia diversa, questa storia diversa è ciò che dobbiamo costruire insieme.

Una storia di pace di rispetto di solidarietà e di giustizia, grazie mille.

p. Mario Bartolini