Missionari al tempo del COVID: la situazione in BANGLADESH


In un tempo in cui sembriamo totalmente centrati su noi stessi a parlare infinitamente di campagne vaccinali e di riaperture, nella speranza di aver passato il peggio, nei nostri mezzi di comunicazione ufficiali poco o nulla si dice sulla situazione mondiale; e la notizia di qualche giorno, fa proveniente dalla OMS, che saremmo vicini al tasso più alto di infezione per Covid nel mondo, dall’inizio della panemia, non ha avuto alcuna eco. Ogni tanto si parla di Brasile come di situazione ormai fuori controllo. Ma quasi nulla più.

ALOE, che per definizione, è una associazione con i piedi ben saldi sul nostro territorio ma con il cuore aperto a tante situazioni, paesi, realtà del mondo intero, attraverso i missionari con cui siamo costantemente in contatto, vuole continuare ad offrire il proprio piccolo contributo per una consapevolezza globale nel segno della fraternità e della solidarietà, continuando a dar voce alle testimonianze dirette dei nostri missionari.

Vi presentiamo una intervista davvero bella con un missionario che vive ed opera in Bangladesh e con cui noi siamo in costante rapporto: padre PIER LUIGI LUPI, attualmente superiore dei missionari saveriani di quel paese; non originario del nostro territorio, ma che ormai abbiamo adottato per la sua lunga amicicizia e collaborazione con il nostro sempre carissimo LUCIDIO CECI, scomparso quasi sette anni fa, il cui progetto scolastico a servizio dei villaggi tribali del sudest del paese, continuiamo a sostenere, ora appunto tramite padre Pier Luigi.

Intervista a p. Pier Luigi Lupi sulla situazione Covid in BANGLADESH

Nonostante il BANGLADESH sia un paese di 160 milioni di abitanti che vivono in un territorio grande quanto mezza Italia, il Coronavirus è stato sino ad ora clemente, a differenza ad esempio della vicina India. Secondo le statistiche ufficiali sino ad ora ci sono stati non più di 750 mila infetti con circa 10 mila decessi. In questi giorni però sembra si sia davanti ad una impennata e il governo ha deciso, per la prima volta, un lockdown totale per una o due settimane.

Padre Pier Lugi Lupi vive continuativamente in Bangladesh a partire dal 1978, ed opera soprattutto nella regione del sudest del paese a ridosso della frontiera del Myanmar, tra popolazioni indigene le cui comunità sono distribuite sia nella parte bengalese che in quella birmana e che, a seconda delle situazioni, si spostano da una parte o dall’altra. Popolazioni che risentono drammaticamente dell’attuale situazione di destabilizzazione del Myanmar.

Sangli Mro Para School

Si tratta grosso modo dello stesso territorio un cui operava Lucidio Ceci, suo grande amico. Mentre Lucidio con la sua organizzazione di maestri bengalesi Shuktara cercava di riattivare le scuole morenti o non funzionanti dei villaggi sperduti sulle colline soprattutto per i primi anni di scuola, padre Pier Luigi tende a promuovere centri scolastici residenziali più centrali, dove accogliere ragazzi e ragazze dei villaggi per gli anni successivi. Entrambi a servizio delle popolazioni tribali e di religione oltre che musulmana, buddista e indu’.

Per quanto riguarda la situazione COVID di queste popolazioni, si registra un dato positivo, in quanto vivendo già isolate sulle loro colline, stanno risentendo davvero poco della situazione della pandemia. Diversa però la situazione dal punto di vista economico, poichè essendo abituati a vendere i loro prodotti agricoli nei mercati dei grossi agglomerati delle valli, si trovano a non poterlo più fare come prima e quindi a perdere anche quei piccoli proventi che potevano avere.

Davvero una bella intervista attraverso la quale essere proiettati con naturalezza in una situazione del tutto altra dalla nostra. Un grande grazie a p. Pier Luigi per tutto il suo impegno di vita per una fraternità mondiale con popolazioni fra le più povere della terra, a servizio della comune dignità umana.

Video intervista a p. Pier Luigi Lupi