La Tanzania di Ilenia
Torna il racconto di Ilenia dalla Tanzania, dove sta trascorrendo gli ultimi mesi del suo anno di Servizio Civile con l’associazione L’Africa Chiama di Fano. Uno sguardo sul sistema scolastico della Tanzania.
Alle sette di mattina Iringa è una città sveglia e attiva. Per le strade già si possono incontrare le mamme che friggono i mandazi o i vitumbua, dolci tradizionali per la colazione, e chi vende il chai-maziwa ( thè con il latte ). In particolare le strade sono piene di bambini, tutti con la loro divisa colorata in base alla scuola che frequentano e la loro borsetta a tracolla, ricavata nella maggior parte dei casi dai sacchi di farina. Si portano dietro un quaderno e a volte una penna, non hanno libri. Le loro divise colorate rosse, verdi o blu consistono in una tuta dell’adidas per l’attività fisica e un maglione dello stesso colore per le lezioni. Le lezioni iniziano alle 8, ma spesso abitano lontano così a piedi si avviano all’alba perchè vengono puniti per i ritardi. Nei primi anni a mezzogiorno già tornano a casa, ma non hanno un orario di uscita fisso, ogni insegnante può decidere fino a che ora fare lezione, non è facile infatti per loro che si ritrovano ad insegnare in classi anche con 100 bambini.
La scuola in Tanzania inizia con la nursery school a 3 anni. Le femmine a 5 anni passano alla pre-primary school che dura soltanto un anno, e i maschi possono frequentarla soltanto dai 6 anni perchè considerano diversa la crescita. Dopo un esame i bambini iniziano a frequentare la primary school che è composta da 7 anni. La primary school è gratuita per tutti, ma gli insegnanti spesso chiedono dei contributi per l’elettricità, l’acqua, il carbone per la mensa e i materiali per gli esami. I genitori oltre a pagare questi contributi devono procurarsi la divisa e quaderni e penne. Purtroppo non tutti i genitori riescono a pagare questi contributi, così anche se la scuola pubblica è gratuita non tutti riescono ugualmente a frequentarla. Oltre alle classiche materie come Swahili, matematica ed inglese, ai bambini vengono anche insegnate piccole attività quotidiane come lavarsi i denti, l’igiene e più in generale anche attività su come coltivare e attività domestiche. Un giorno mi è capitato di pomeriggio di incontrare un gruppetto di bambini che tornavano da scuola tutti in divisa e con la zappa in spalla.
A dicembre prima di Natale in tutte le scuole c’è un esame finale, che permette il passaggio alla classe successiva che inizierà a gennaio. L’anno scolastico è diverso visto che non ci sono le stagioni come in Italia, quindi iniziano a gennaio e ogni 3 mesi la scuola chiude per un mese, durante il quale ogni classe fa dei test, fino ad arrivare a dicembre all’esame finale.
Finita la primary school ci sono ancora altri 4 anni di secondary school di primo livello gratuita, in cui cambia in particolare il fatto che le lezioni si tengono in inglese. Il secondo livello di secondary school che termina a 19 anni per le femmine e 20 per i maschi, non è gratuita ma prevede delle tasse da pagare e permette poi l’ingresso all’università.
La maggior parte dei ragazzi arrivano a completare la primary school, poi soltanto in pochi iniziano i primi 4 anni di secondary school.
I bambini del centro Sambamba sono molto fortunati perchè nella scuola primaria di Ipogolo c’è una classe per bambini speciali con un insegnante specializzata per loro, e al di fuori dell’aula hanno la possibilità di giocare ed interagire con tutti gli altri bambini della scuola, che è molto importante per loro. Inoltre la scuola primaria di Ipogolo è tra le 7 scuole in cui L’Africa Chiama ha costruito la mensa scolastica garantendo un pasto gratuito a tutti i bambini.
Ilenia Giampaoli